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Inventario dell'archivio del Capitolo del duomo di Foligno

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Premessa

di Francesco Conti e Cesarina Fioretti.






           Perché questa nuova edizione.

           Dopo che M. Faloci Pulignani agli inizi del 1900 ebbe riordinato l'archivio capitolare e nel 1916 ne ebbe pubblicato l'inventario, l'archivio continuò a crescere.

Mons. Michele Faloci Pulignani (1856-1940)

Entrarono in esso nuovi documenti riguardanti le funzioni e le attività del Capitolo; entrarono documenti delle età passate fortunatamente rinvenuti; entrarono le carte di alcune confraternite che dopo la guerra del 1915-18 avevano cessato di operare per mancanza di soci. Entrò anche una parte dell'archivio personale del Faloci. In quegli anni l'archivio capitolare subì anche delle perdite. Il Faloci non tenne nota costante e precisa delle variazioni. Si limitò a raccogliere i nuovi documenti in apposite cartelline, senza preoccuparsi di tenere aggiornato l'inventario. Venne la guerra del 1940-45, e proprio all'inizio del conflitto il Faloci, che negli ultimi anni aveva avuto un sensibile declino fisico e mentale, nel pomeriggio del 1° ottobre 1940 chiudeva la sua intensa giornata terrena.

           Non risulta che il Capitolo dei canonici nominasse né in precedenza né allora un nuovo archivista. L'archivio rimase senza una direzione competente e autorevole. Eppure ne avrebbe avuto estremo bisogno. Le bombe che il 18 marzo 1944 colpirono la cattedrale di S. Feliciano, risparmiarono il palazzo delle canoniche e l'archivio capitolare non subì alcun danno. I guai vennero nei mesi e negli anni successivi. L'archivio fu ripetutamente spostato da un locale all'altro del palazzo delle canoniche, senza troppe preoccupazioni per la sua integrità e per il suo ordinamento. In esso furono depositati gli archivi dell'Oratorio del Buon Gesù, delle confraternite del Suffragio e della Buona Morte, le cui sedi erano state devastate dai bombardamenti aerei. Si può immaginare la confusione e il disordine che regnavano nell'archivio! Le conseguenze di questo stato di cose ricadevano sugli studiosi che non venivano ammessi a fare le ricerche o, nei rari casi in cui riuscivano ad ottenere l'accesso, difficilmente si raccapezzavano in quella congerie disordinata di documenti.

           A questa situazione, che oltretutto era pericolosa per l'integrità della documentazione, il Capitolo dei canonici del duomo, cercò di porre rimedio trasferendo l'archivio dal palazzo delle canoniche al seminario vescovile, in un piccolo vano attiguo alla sala di lettura della biblioteca L. Jacobilli, e dando l'incarico al direttore della biblioteca e al suo aiuto-bibliotecario di procedere a un controllo dei documenti e ad un loro riordinamento.

           Il lavoro ebbe inizio nel dicembre 1983 e fu portato a termine nel febbraio 1989. In una lettera al Capitolo del 15 aprile del 1989, il direttore della Jacobilli diceva: "Il compito che i Signori Canonici mi affidarono nell'adunanza capitolare del maggio 1983, è stato espletato"1. Dopo aver descritto il lavoro compiuto e i risultati conseguiti e avere accennato alle cure che il Capitolo doveva dedicare al suo archivio perché questo fosse aperto e disponibile agli studiosi, aggiungeva: "A questo proposito c'è da prendere in considerazione l'eventualità di pubblicare il nuovo inventario, presentandolo come seconda edizione dell'inventario Faloci"2.

           Quell'auspicio che gli ordinatori avevano formulato fin da quando cominciarono a mettere mano al loro lavoro3, oggi si è tradotto in realtà con la stampa di questa seconda edizione dell'Inventario dell'Archivio del Duomo di Foligno che Michele Faloci pubblicò nel 1916. Ora gli studiosi che, sempre più numerosi fanno ricerche nel nostro archivio, troveranno nel nuovo inventario un valido aiuto per orientarsi con facilità e con frutto; d'altra parte esso, mentre garantisce una migliore consultazione dei documenti, garantisce anche una salvaguardia dei medesimi che purtroppo non sempre c'è stata nel passato.


           Avvertenze.

Scaffali della sezione C

           Nuova edizione. Quali sono le novità? In che rapporto si trova con l'inventario del Faloci?
I curatori nel lavoro di riordinamento delle carte e quindi nella loro inventariazione hanno avuto la preoccupazione di salvaguardare le linee secondo le quali il Faloci aveva ordinato l'archivio e lo aveva descritto nell'inventario. Sviluppo, quindi, ampliamento, correzione e non sovvertimento dell'archivio come era stato sistemato dal Faloci. Alle due sezioni A e B, se ne è aggiunta una terza C, nella quale sono raccolti e descritti gli archivi delle confraternite confluiti nell'archivio capitolare. Tutti gli altri documenti riguardanti la vita del Capitolo, le sue attività, le persone di alcuni canonici, la chiesa e la parrocchia della cattedrale ecc., sono state inserite organicamente nelle sezioni A e B, secondo il criterio cronologico per la prima sezione, e secondo un criterio sistematico per la seconda sezione. Altro arricchimento sono state le note storico-esegetiche e bibliografiche con le quali si è cercato di illustrare personaggi, avvenimenti, istituzioni che ricorrono nei documenti.

           Correzioni. Anzitutto sono state annotate le perdite subite dall'archivio. Quando un documento inventariato e descritto nell'inventario Faloci, è andato smarrito, la scheda è stata mantenuta, ma è stato annotato lo smarrimento e, se possibile, quando è avvenuto e quale la causa. Ci sono poi le sviste nelle quali è incorso il Faloci: sviste nella datazione, sviste nella lettura dei documenti, sviste nell'attribuzione all'uno o all'altro personaggio, errori di stampa. Quando la svista è di minore importanza, la correzione non è stata messa in rilievo; sono state invece evidenziate le correzioni e le aggiunte di maggiore entità, ponendole tra parentesi quadre.

           Non è difficile orientarsi nella lettura dell'attuale inventario e fare un confronto con l'inventario Faloci. Le schede contengono un breve regesto del documento al quale fa seguito la descrizione del medesimo nel suo aspetto esteriore, materiale (pagine, misure, cartaceo o pergamenaceo, stato di conservazione). Quasi sempre è stata conservata la descrizione del Faloci. Inoltre tutte le citazioni e i rimandi che il Faloci fa a documenti descritti nel suo inventario, sono stati cambiati armonizzandoli con il nuovo inventario. Ugualmente sono stati cambiati in terza persona i richiami che il Faloci fa a se stesso, e a scritti suoi in prima persona. Ad es.: Vedi il mio libro I priori della Cattedrale ecc., è stato cambiato in: Vedi M. Faloci Pulignani, I priori della Cattedrale ecc. Per le citazioni si segue questo criterio. Se il documento ha un titolo, il titolo viene indicato in corsivo con l'indicazione della pagina o carta; viene poi la collocazione archivistica, infine, dopo il segno =, è dato il numero progressivo dell'inventario. Ad esempio: Atti capitolari, vol. 5 (B.203 = 1921), p. 148. Ecco i motivi che hanno condotto a questa nuova edizione dell'Inventano Faloci e il modo come essa è stata curata. Ed ora la parola passa al Faloci.



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1

Cf. Lettera al priore del Capitolo del 15 aprile 1989, in B.304.13 = 2205.

2

Ibid.

3

Cf. Lettera del 4 giugno 1984 al priore del Capitolo cattedrale, in B.304.13 = 2205.